Imprese, Università e Fondazione Cluster Marche: al via il progetto pilota per studiare la Disciplina Deggendorf

È ormai prassi per le aziende che intendono partecipare a bandi di finanziamento pubblico, presentare numerose dichiarazioni tra cui la cosiddetta “Dichiarazione Deggendorf”. Si tratta di un documento obbligatorio col quale il beneficiario dichiara di non aver ricevuto in passato altri finanziamenti ritenuti illegali ed incompatibili dalla Commissione Europea. Infatti, la Commissione vieta l’erogazione di aiuti di stato ad imprese che debbano restituire precedenti aiuti giudicati illegali ed incompatibili dalla Commissione stessa.

Se da un lato la definizione sembra chiara, dall’altro la sua interpretazione lascia spazio a numerosi dubbi. Una decisione che dichiara un regime di aiuto illegale e incompatibile può essere articolata, in primis perché le leggi sul tema aiuti di stato trovano fondamento nel 1984. Come risalire ad avvenimenti che hanno origine oltre 30 anni fa?

Inoltre, le imprese vengono a conoscenza dell’obbligo di restituire eventuali aiuti illegittimi solo nel momento in cui viene notificata un’ingiunzione di recupero. Quindi è sufficiente aver semplicemente usufruito dei benefici previsti da una o più leggi indicate nei riferimenti normativi oppure è necessaria anche una richiesta di restituzione? Da chi viene presentata questa richiesta?

A questi e altri quesiti mira a rispondere il progetto promosso dalla Fondazione Cluster Marche che vede protagonisti l’azienda pesarese HSD Spa e l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, nel caso specifico attraverso la struttura del Dipartimento e della Scuola di Giurisprudenza.

Obiettivo quello di realizzare un vademecum per le aziende che partecipano a bandi di finanziamento a districarsi sulla tematica Deggendorf. Il lavoro, realizzato attraverso una tesi di laurea, sarà presentato ai soci dei Cluster in occasione dell’assemblea annuale che si svolgerà nel primo semestre del 2020.

Stay tuned!

 

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